Ciononostante gli investigatori ritengono prematuro escludere il regolamento di conti interno alla cosca. Soprattutto ora che l'egemonia nella gestione delle ricche piazze di spaccio tra Scampia e Secondigliano sembra estremamente mutevole. Tra le ipotesi investigative prese in considerazione figura anche quella di un ruolo attivo nella faida dei boss del clan Di Lauro, l'organizzazione uscita sconfitta dallo scontro con gli Scissionisti e che ora starebbe utilizzando il gruppo dei Girati per riprendere il controllo sugli affari criminali a Scampia. "Questa è la risposta già scritta della camorra agli annunci della politica", ha commentato il presidente dell'Ottava Municipalità, Angelo Pisani, che comprende entrambi i quartieri nel proprio territorio. "E' necessario usare tutte le misure necessarie perchè siamo in guerra – ha detto ancora Pisani – e bisogna evitare che in questi agguati, che avvengono in pieno giorno, ci possa finire per sbaglio anche gente onestà".
Un cambio di passo che, a Napoli, si era concretizzato con la decisione congiunta di Comando provinciale dei Carabinieri e Questura di diffondere le foto di cinque latitanti "eccellenti". Elementi che, secondo gli investigatori, hanno un ruolo di rilievo nella faida di Scampia tra "scissionisti" e "girati" di via Vanella Grassi. Il "wanted" era stato emesso per Marco Di Lauro, 32 anni, figlio di Paolo, soprannominato "Ciruzzo o' milionario" e fratello di Cosimo; Mariano Abete, 21 anni, figlio di Arcangelo Abete, detenuto e capo dell'omonima famiglia degli "Scissionisti"; Mario Riccio, 21 anni; genero del superboss scissionista Cesare Pagano; Rosario Guarino, 29 anni, ritenuto dagli investigatori il numero due del gruppo dei "girati" (già arrestato) e Antonio Mennetta, 27 anni, secondo gli inquirenti capo dei "girati", arrestato lo scorso 22 luglio e scarcerato qualche giorno dopo. Boss poco più ventenni che utilizzano ragazzi minorenni per fare le vedette contro le pattuglie e le gazzelle.
Grazie a meticolose attività investigative, finalizzate altresì a riscontrare convergenti dichiarazioni collaborative rilasciate sull'accaduto, si è potuto accertare, nell'ambito della citata faida, il coinvolgimento in un tentativo di omicidio – ai danni di Giovanni Esposito, detto «'O muort» – anche da parte di Claudio Auricchio, finanziere "infedele" con il grado di appuntato scelto, allora in forza al Gruppo Pronto Impiego di Napoli e attualmente sospeso dal servizio. Oltre a figurare tra i soggetti più vicini ad Antonio Mennetta durante il suo periodo di latitanza, è emerso il suo diretto coinvolgimento proprio nel traffico di sostanze stupefacenti gestito dall'organizzazione della Vinella Grassi, intessendo, tra l'altro, diretti rapporti anche con figure apicali della consorteria Di Lauro. Quel giorno era alla testa di un commando di morte, indossava la divisa, quella di ordinanza, aveva la pistola alla fondina. Solo che in tasca aveva un documento falso, un verbale posticcio, e guidava una macchina della finanza fabbricata dalla peggiore camorra metropolitana.
L'idea è di un regista pugliese, l'ambientazione è ovviamente tutta napoletana. Nasce così il film "Milionari", prodotto dalla casa cinematografica Europictures e basato sulla faida di camorra che ha interessato Scampia, Secondigliano e l'area nord di Napoli negli ultimi trent'anni e che ha coinvolto in particolare il clan Di Lauro e gli scissionisti tra il 2004 e il 2005. Proprio al boss Paolo fa palesemente riferimento il titolo, visto il soprannome " Ciruzzo 'o milionario " con il quale era meglio conosciuto. La sua storia e quella delle ben 70 vittime causate dalle stragi legati alla sua figura e a quella dei suoi avversari farà il suo esordio al cinema a partire dall'11 febbraio – come rivelato dal portale. Lo stesso Piva, invece, ha ammesso le difficoltà legate alla registrazione del film "Milionari", in particolar modo per il grosso lavoro di ricostruzione storica che ha reso necessaria la nuova pellicola cinematografica. Su tale fronte provvidenziale è stato il libro scritto dal giornalista Giacomo Sensini e dal pm della Direzione Distrettuale Antimafia Luigi Alberto Cannavale.
Domani mattina inizierà il montaggio di circa 1500 seggiolini dello stadio San Paolo che lo scorso maggio vennero smontati dall'impianto di Fuorigrotta per far spazio ai nuovi in vista della cerimonia di apertura dell'Universiade Napoli 2019. L' Agenzia Regionale per l'Universiade, di intesa con la società Tipiesse - Graded - che si è occupata anche di montare i nuovi seggiolini dello stadio di Fuorigrotta - si è da subito impegnata a far rinascere lo stadio "Landieri", l'impianto di Via Hugo Pratt, intitolato ad Antonio vittima innocente di camorra a 24 anni durante la prima faida di Scampia del 2004. "Abbiamo accolto con piacere la richiesta di un intero quartiere e abbiamo mantenuto la promessa. Grazie anche all'impegno della ditta Tipiesse - Graded, da domani inizierà il restyling, con il montaggio dei seggiolini del San Paolo, di un campo sportivo che è il fiore all'occhiello del quartiere e punto di ritrovo per i ragazzi di Scampia" ha dichiarato il Commissario straordinario Gianluca Basile
Le foto – con l'invito ai cittadini di fornire informazioni chiamando 112 e 113 – erano state subito distribuite alla stampa ma, soprattutto, a "gazzelle" e "pantere" delle forze dell'ordine che da mesi pattugliano, nell'ambito dell'operazione "alto impatto", le famigerate zone "sensibili" della città come Scampia, Secondigliano, Miano e i paesi limitrofi dell'hinterland, come Melito. La faida di Scampia ha già provocato una decina di morti in entrambe le fila, ma soprattutto la morte di un innocente che il ministro Cancellieri ha chiesto di punire facendo tutto il necessario per assicurare i responsabili alla giustizia. Uno degli ultimi omicidi ha registrato la morte di Raffaele Abete, 42 anni, capo dell'omonimo clan attualmente in carcere. Sostieni mai come in questo momento abbiamo bisogno di te. In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro, svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a siamo orgogliosi di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi, interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro.
A Russo si è arrivati anche grazie ai nuovi collaboratori di giustizia, che hanno delineato con precisione il contesto criminale ed il movente che ha portato all'eliminazione di Raffaele Stanchi, alias Lello Bastone, ed il suo uomo di fiducia Luigi Montò, entrambi affiliati al clan Abete-Abbinante. Stanchi era un "obiettivo strategico", uomo di fiducia del boss Arcangelo Abete nonché gestore della remunerativa piazza di spaccio del Lotto P di Scampia, le cosiddette Case dei Puffi. L'obiettivo era quello di interrompere il flusso finanziario degli Abete-Abbinante-Notturno ai quali peraltro la cosca della Vanella Grassi era formalmente alleata. La decisione di uccidere Lello Bastone, secondo gli inquirenti, fu presa dai capoclan della Vanella Grassi Antonio Mennetta, Fabio Magnetti e Rosario Guarino, a quei tempi in stretti rapporti con la famiglia Marino della zona delle Case Celesti. Stanchi e Montò furono sequestrati a Villaricca, furono trasportati in un'abitazione e sottoposti ad interrogatorio.
Gli uomini della Vanella Grassi volevano impadronirsi di due milioni di euro che Stanchi custodiva per conto di Arcangelo Abete. I due furono poi uccisi a colpi di pistola, a Stanchi fu anche tagliata la mano destra, e i loro corpi andarono distrutti con l'incendio dell'auto abbandonata a Melito di Napoli. I killer volevano far ricadere la colpa sul clan Amato-Pagano. Il 9 gennaio 2012 le forze dell'ordine ritrovarono i cadaveri carbonizzati in una Fiat Grande Punto di colore grigio. Le due vittime vennero identificate solo grazie al test del Dna. Di fatto, il duplice omicidio ha dato il via alla terza faida di Scampia, esplosa tra il 2012 ed il 2013. Oltre a Russo, sono accusati di quel delitto Antonio Mennetta, Fabio Magnetti, Francesco Barone, Luigi Aruta, Alessandro Grazioso, Ciro Castiello, Eduardo Zaino ed Umberto Accurso, tutti esponenti del clan della Vanella Grassi arrestati il 4 maggio 2016 ad eccezione di Accurso, bloccato dopo pochi giorni di latitanza. Foto © Tommaso Loro
Il mandante degli omicidio di Duro, Panico e Bizzarro fu - secondo quanto emerso dalle indagini - Cosimo Du Lauro che voleva epurare il clan dei vecchi referenti territoriali a Mugnano e Melito, e sostituirli con nuovi capizona. De Pasquale fu sequestrato e poi ucciso dagli «scissionisti», dopo essere stato torturato, perchè sospettato di essere una spia dei Di Lauro, che avrebbe potuto indicare ai gruppi di fuoco del rione «Terzo Mondo» di Secondigliano i covi degli avversari. I destinatari delle ordinanze di custodia cautelare, già in carcere per altre reati, sono i vertici dell'epoca del clan Di Lauro e degli «scissionisti». Si tratta di: Cosimo Di Lauro, 46 anni, Arcangelo Abete, 50, Vincenzo Notturno, 42, Antonio Montanino, 42, Gennaro Marino, 50, Ciro Mauriello, 42, Rito Calzone, 45, Cesare Pagano, 40, Ciro Caiazza, 60, Lucio Carriola, 45, e Carmine Pagano, 45, Ultimo aggiornamento: 12:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA