Le annualità fino al 1995 (compreso) sono valorizzate con il sistema retributivo, quelle successive a questa data (quindi, dal primo gennaio 1996 in poi) si calcolano con il contributivo. Nessun contributo versato prima del 31 dicembre 1995: la pensione è interamente contributiva. Platea Ragionando in base alle regole sopra esposte, difficilmente accederanno alla Quota 100 lavoratori senza contribuzione anteriore al 1995: ci vogliono 38 anni di contributi, come detto, mentre chi ha iniziato a versare dal 1996 avrà, al massimo, 24 anni di contributi alla fine del 2019. Nella maggioranza dei casi, quindi, i lavoratori che si ritireranno con la quota 100 ricadranno nel calcolo misto della pensione. Ci possono essere anche dei casi di retributivo, ma prevedibilmente più rari: chi aveva 18 anni di contributi a fine 1995, ha già almeno 41 anni in questo inizio 2018, quindi con ogni probabilità aspetterà di maturare la pensione anticipata piena (raggiungibile senza applicare gli scatti di età pensionabile, quindi con 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne).
Le pensioni e l'uscita anticipata Nei giorni scorsi Inps aveva dato una quantificazione analoga della riduzione legata all'anticipo: fino a 500 euro in meno al mese nel caso di un pensionando della Pa (montante a calcolo retributivo fino al 2011 e contributivo negli anni successivi) che esce con uno stipendio annuo di 40mila euro: con cinque anni di minori versamenti anziché prendere una pensione di 36. 500 euro annui si fermerebbe a circa 30mila. Pensioni, quota 100: i conti di Progetica (La Repubblica, 18 ottobre 2018) Qualche giorno fa aveva fatto i conti anche La Repubblica: le elaborazioni di Progetica spiegavano che più si anticipa l'uscita, meno soldi si intascano: da un minimo del 2% per chi ha 42 anni di contributi a un massimo del 20%, come nel caso appena descritto. I nati tra il 1953 e il 1957 (nel 2019 avranno tra 62 e 66 anni) dovranno dunque pensarci bene. Leggi sull'argomento: Condono 2019: come sarà la nuova Pace Fiscale
Ora che la quota 100 nel 2019 è ufficiale gli interessati, ovvero i lavoratori che ne hanno o avranno a breve i requisiti, si chiedono quando potranno andare in pensione e a quanto ammonterà l'assegno. Ecco cosa sapere su calcolo pensione e finestre di uscita quota 100 2019. Facciamo il punto. Quando andrò in pensione con la quota 100 2019? Finestre mobili e mese di uscita Partiamo dal "quando" si potrà andare in pensione con la quota 100. Sappiamo che la riforma debutterà dal prossimo anno: potrà andare in pensione con la quota 100 chi ha compiuto 62 anni a patto però di avere almeno 38 anni di contributi versati alle spalle. Tuttavia non automaticamente appena si hanno i requisiti e si fa domanda si può ricevere la pensione calcolata sulla quota 100 (più avanti vedremo meglio come): pare infatti che molto probabilmente saranno re-inserite le cd finestre mobili che vigevano prima della legge Fornero. La prima finestra sarebbe ad aprile: in tutto saranno 3 o 4 le finestre per l'uscita dal mondo del lavoro (verosimilmente luglio, ottobre e gennaio).