In breve: molto poco, secondo enti indipendenti che hanno fatto i dovuti calcoli. I recuperi miliardari propagandati dal Movimento 5 stelle non trovano conferme (foto: Valerio Portelli/LaPresse) L'8 ottobre è stata approvata in ultima votazione la legge costituzionale che riduce il numero dei deputati dagli attuali 630 a 400 e i senatori da 315 a 200 per un totale di 600 parlamentari. Il via libera alla riforma è senz'altro una delle più grandi conquiste del Movimento 5 stelle, che è nato come una forza anti-sistema desiderosa di abbattare i costi della politica. Ma il provvedimento gode anche di un grande consenso trasversale. " Ora che ci sono meno poltrone, i costi della politica si abbasseranno, finalmente ", si sente dire in giro. Un risparmio, in effetti, ci sarà. Il Blog delle stelle – che è l'organo ufficiale del M5s, dunque giocoforza parte in causa – stima che si aggirerebbe intorno a 500 milioni di euro a legislatura ed equivarrà circa a 1 miliardo di euro in 10 anni. Soldi che, secondo i 5 stelle, potranno essere reinvestiti " per costruire 133 nuove scuole o 67mila aule per i nostri bambini, ma anche per comprare 13mila ambulanze, assumere 25mila infermieri o 11mila medici.
Di diverso avviso, tuttavia, è l' Osservatorio dei conti pubblici, per il quale «il risparmio complessivo sarebbe pari a 57 milioni all'anno e a 285 milioni a legislatura, una cifra significativamente più bassa di quella enfatizzata dai sostenitori della riforma e pari appena allo 0, 007% della spesa pubblica italiana». "SOLO" 57 MILIONI AL NETTO DI IMPOSTE E CONTRIBUTI Nel dettaglio, per gli analisti di Carlo Cottarelli il risparmio lordo sarebbe di 53 milioni alla Camera e di 29 milioni al Senato. Un totale quindi di 82 milioni. Tuttavia, per il professore, il calcolo dev'essere fatto al netto delle imposte e dei contributi pagati dai parlamentari proprio allo Stato, con il computo finale che quindi ammonterebbe a 57 milioni di euro l'anno. Vale a dire 0, 94 euro a persona all'anno. UN'INCIDENZA MINIMA SULLE CASSE DELLO STATO Anche rapportando il risparmio previsto dai cinque stelle con il totale della spesa pubblica in Italia, comunque, l'incidenza sulle casse dello Stato proveniente dal taglio dei parlamentari sarà appena dello 0, 012%, dello 0, 007% invece se ci si riferisce alle stime di Cottarelli.
In pratica le poltrone tagliate sono 115 in Senato e 230 alla Camera dei Deputati. In totale quindi i parlamentari passano da 945 a 600, con un risparmio di circa 100 milioni di euro all'anno. Ma più che per il risparmio economico in sé, questa riforma ha un importante valore simbolico: quello di eliminare gli eccessi e i malfunzionamenti delle Istituzioni, spesso appesantite da lunghi iter burocratici e spese superflue. Per maggiori dettagli su Pro e contro del taglio dei parlamentari si consiglia di leggere il nostro articolo dedicato. Qui il testo della riforma: Riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari Clicca per prendere visione del testo completo della Riforma Taglio dei parlamentari, un complesso iter di approvazione Il testo che prevede il taglio del numero delle poltrone in Parlamento è una riforma costituzionale, vale a dire che non si tratta di una semplice legge di modifica, ma di un intervento che va manipolare il dettato costituzionale, precisamente gli articoli 56 e 57 che prevedono 630 Deputati e 315 Senatori.
Se consideriamo che, in base a quanto riporta il bilancio della Camera, nel triennio 2018-2020 per pagare indennità e rimborsi a 630 deputati lo Stato spende ogni anno 144, 9 milioni di euro, ricaviamo un costo annuo di 230 mila euro a deputato. Una riduzione di 230 deputati, dunque, creerebbe un risparmio potenziale di 52, 9 milioni di euro ogni anno. Il Senato spende invece 249. 600 euro l'anno per senatore. Un taglio di 115 membri di Palazzo Madama farebbe risparmiare circa 28, 7 milioni di euro ogni anno. Si tratterebbe quindi rispettivamente del 5, 5% delle spese totali di Montecitorio e del 5, 4% di quelle di Palazzo Madama. Tra Camera e Senato, quindi, i risparmi sarebbero di 81, 6 milioni di euro ogni anno. Che, rapportato al nostro debito pubblico, significa lo 0, 005% e un seicentesimo scarso di quanto spende l'Italia ogni anno solo di interessi sul debito stesso. Cifre ben lontane da quanto sostenuto da Luigi Di Maio, secondo il quale dal taglio dei costi dei parlamentari avremmo potuto ricavare 100 milioni di euro l'anno, cioè 500 milioni a legislatura e dunque un miliardo di euro in dieci anni.